L’arte africana interpreta Venezia: il progetto AFRICA 1:1

Giulia Spriano, chiasmo.xyz, 19 May 2023
Venezia è una città nata e costruita sullo scambio di flussi culturali e tutti i popoli che vi sono passati, per periodi più o meno lunghi, hanno lasciato qualcosa di sé. O talvolta, questo qualcosa, Venezia se lo è presa. 
Ad oggi questi scambi culturali avvengono con vettori diversi, uno fra tutti l’arte, che permette l’ingresso di influenze da tutto il mondo. Influenze da cui la città ne risulta arricchita – basti pensare all’enorme lascito artistico e culturale che ogni Biennale dona alla città – e il progetto AFRICA 1:1 (https://www.akkaproject.com/news/africa-1-1-lab-artists-residency-program-artists-in-residence-2023/) ne rappresenta un altro esempio calzante. 
Alla base del progetto troviamo la collaborazione tra AKKA Project, una galleria d’arte contemporanea africana con sede a Dubai e a Venezia, e Africa First, una fondazione israeliana che supporta progetti che promuovono l’arte del continente. Detta collaborazione prevede il supporto di Ca’ Pesaro, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna della città di Venezia. Il progetto è composto da più momenti. Dopo aver selezionato cinque artisti africani emergenti, AKKA li ha ospitati per dieci settimane in residenza d’artista. La galleria veneziana si è trasformata, così, in un luogo prolifico di creazione e condivisione di idee. Successivamente, le curatrici Elisabetta Barisoni, anche direttrice di Ca’ Pesaro, e Lidija Kostic Khachatourian, anche co-fondatrice di AKKA Project, hanno selezionato le opere per la mostra, inaugurata oggi 19 maggio e visitabile fino al 1 ottobre 2023, allestita tra le sale della collezione permanente di Ca’ Pesaro. Al termine della mostra, le opere esibite verranno donate alla collezione permanente del museo.
Questa donazione, successiva a quella di Gemma De Angelis Testa, rappresenta una chiave di volta per le collezioni permanenti della città lagunare, essendo la più grande donazione di opere di artisti africani a Ca’ Pesaro. 
Ai cinque artisti selezionati è stato chiesto di lavorare ispirandosi alla collezione permanente di Ca’ Pesaro, ma il risultato è curioso. Le cose che sono risultate più interessanti agli occhi degli artisti non sono sempre state le opere d’arte e ciò si può vedere nelle opere prodotte. Pamela Enyonu ha studiato a fondo la personalità di Felicita Bevilacqua La Masa, proprietaria del palazzo che ha lasciato poi alla città di Venezia in testamento, sviluppando un progetto che approfondisce il tema della casa in senso lato; Option Nyahunzvi ha studiato Baldassarre Longhena e il suo utilizzo del bugnato, integrandolo con simboli propri della cultura Shona. Maina Boniface ha intersecato le peculiarità di Venezia con quelle della sua città natale, Nanyuki, con una resa finale accogliente e surrealista, in cui sono visibili anche dei rimandi alla metafisica di De Chirico. Alexandre Kyungu ha proseguito la sua ricerca che unisce la cartografia e la tradizione ancestrale africana della scarificazione, provando a trovare delle similitudini tra questa e i simboli dell’architettura barocca. Ngugi Waweru, sull’onda della sua ricerca inerente alcune difficoltà personali e gli scambi di energia tra persone, si è lasciato trascinare dalla collezione permanente, in particolare dal realismo magico di Antonio Donghi, oltre a Gustav Klimt, Edward Munch e Gino Rossi. 
La mostra a Ca’ Pesaro è visitabile dal 20 maggio al 1 ottobre 2023, mentre presso la sede di AKKA Project sono visibili le opere non selezionate dal 20 al 31 maggio.