AKKA Project: arte e integrazione tra Venezia e Dubai

Alice Traforti, Art Talkers, 11 December 2020
La direttrice Lidija Khachatourian racconta le residenze dedicate agli artisti, emergenti e non, del continente africano e il programma degli eventi in galleria per il 2020/2021.
Ho incontrato AKKA Project online, a inizio 2019, durante una delle mie periodiche sessioni di ricerca sulle proposte delle gallerie d’arte in Italia.Ho guardato fin da subito con curiosità a questo spazio veneziano, che si presenta come una novità non solo per il focus di ricerca sull’arte africana, e per la sua recente comparsa in laguna, ma anche per le sue peculiari modalità operative e progettuali.La caratteristica che mi affascina più di tutte le altre è la marcata volontà di essere ponte tra culture diverse, luoghi e società fra loro non omologate, in virtù di un’integrazione che sia autentica e rispettosa delle caratteristiche identitarie di ciascuna realtà.Questa intenzione dichiarata è risultata chiara e determinante, trovando un riscontro che ha superato le mie aspettative, durante la mia chiacchierata con la direttrice Lidija Khachatourian.Se vi prendete il tempo di andarla a trovare a Venezia (oppure a Dubai!), troverete tutto questo e molto di più.(In fondo all’intervista trovate il link con gli approfondimenti a tutti gli eventi citati)
 
Come nasce AKKA Project e da dove deriva il nome della galleria?
Lidija Khachatourian: AKKA Project è un acronimo di “A Kostic Khachatourian Art Project”.AKKA Project è il frutto di un amore profondo per l’Africa.
Nasce a Dubai nel 2016 in seguito a diversi viaggi nell’Africa sub-sahariana alla scoperta degli artisti e alla conoscenza del territorio.
AKKA Project: Padiglione Nazionale del Mozambico 2019, La Biennale di Venezia
Installation view: Padiglione Nazionale del Mozambico 2019, La Biennale di Venezia
 
Sull’idea classica di galleria commerciale si innesta quella del Project Space con focus sugli artisti emergenti e affermati del continente africano.
Perché questa scelta?
Lidija Khachatourian: Dopo aver conosciuto diversi artisti durante i miei viaggi, mi sono innamorata delle loro storie e della loro cultura.
Ho deciso di condividere questa bellezza con un pubblico più ampio.Comunque presentare solo delle esibizioni di quadri non era abbastanza.
Così a questi avvenimenti ho voluto aggiungere la parte dell’esperienza, per cercare di dare la possibilità al visitatore di immergersi nelle singole storie degli artisti e delle loro provenienze.
AKKA Project, Venezia
AKKA Project, Venezia
 
Nel 2019 inauguri la sede veneziana di AKKA Project come sede estiva di quella di Dubai.
Perchè hai scelto proprio Venezia e quali differenze hai riscontrato in ambito culturale e commerciale tra le due aree?
Lidija Khachatourian: Io e mio marito amiamo immensamente quella che consideriamo la città più bella del mondo e dove abbiamo casa.
Venezia è sempre stata una città aperta e libera, dove culture diverse erano non solo accettate ma studiate, archiviate e promosse da Venezia nel resto del mondo.
La Biennale d’Arte e la presenza di importanti fondazioni internazionali e nazionali hanno fatto sì che la scegliessimo come nostra sede europea.Le due città nella loro diversità sono molto simili nello spirito. Porti commerciali aperti al mondo, dove mercanti e artisti si incontrano e creano sinergie molto speciali.
Lidija Khachatourian e Goncalo Madunda
Lidija Khachatourian e Goncalo Madunda | Goncalo Madunda – Game of thrones, Alserkal Avenue, Dubai
 
Il tema dell’integrazione è molto delicato e non è sempre semplice attuarlo.
Quali sono le principali difficoltà affrontate e i successi ottenuti in queste due prime esperienze di residenza a Venezia?
Lidija Khachatourian: Sì, è un tema molto difficile che noi abbiamo a cuore, anche perché io stessa sono un’immigrata che ha lasciato il proprio paese a causa di una guerra, e quindi conosco il sentimento profondamente.
Con il nostro programma, sia a Dubai che a Venezia, cerchiamo di creare dialoghi e modi di conoscere e capire l’altro.
Uno di questi programmi è appunto la residenza d’artista a Venezia.La residenza ha sede nella Galleria di AKKA Project, Venice Artist Residency che accoglie creativi autodidatti provenienti dall’Africa, affermati ed emergenti, che desiderano ampliare i loro orizzonti culturali e artistici.La residenza artistica, infatti, è uno dei mezzi attraverso il quale prende forma la missione di AKKA Project, ovvero quella di sostenere gli artisti autodidatti. Questo programma permette agli artisti di esplorare e rinnovare i loro processi creativi, in un contesto internazionale.L’artista così vive un’esperienza unica che gli permetterà di creare nuovi punti di incontro ed interazione con il patrimonio artistico-culturale locale ed internazionale.
Infatti, AKKA Project organizza un programma didattico diversificato, costruito in funzione delle attitudini, interessi e tecniche del residente. In questo modo si permette una maggiore connessione dell’artista con il territorio, dandogli un’ampia panoramica dell’ambiente culturale che lo ospita.
Oltre alle visite dei siti artistici di Venezia e dell’Italia, l’artista sarà invitato a partecipare a talk, workshop con artisti locali ed altre attività.
AKKA Project, Venezia
Rodrigo Mabunda | Artista in residenza, AKKA Project Venezia 2019
 
Fino al 20 dicembre 2020 è visitabile la mostra ENCICLOPE_DIA di Rodrigo Mabunda, frutto della residenza dell’artista nello scorso anno. Ci racconti la mostra?
Lidija Khachatourian: Durante il 2019 l’artista in residenza era Rodrigo Mabunda dal Mozambico e la mostra Enciclope_Dia è il risultato della sua residenza.
L’immersione di Rodrigo Mabunda nella storia millenaria di Venezia pone al centro dell’attenzione le infinite possibilità di qualsiasi opera d’arte e di pratiche artistiche, che vanno al di fuori dell’estetica occidentale.
Il ritmo frenetico di una Venezia affollata, prima dell’arrivo del Coronavirus, i suoi eccezionali picchi di marea e la sua meravigliosa maestosità hanno profondamente emozionato ed affascinato il giovane artista mozambicano.Rodrigo usa le scatole da imballaggio per disegnare con penne biro forme e figure. Le sue opere rimandano a scene di vita quotidiana.La serie Enciclope_Dia è costituita da 15 opere realizzate sui cofanetti dell’Enciclopedia Universale dell’Arte, pubblicata nel 1971 con il sostegno della Fondazione Giorgio Cini.
Come narratore che ha vissuto e lavorato tra due culture diverse, le sue opere indagano con fermezza le intersezioni tra il sé e l’altro. Nei suoi impressionanti disegni, l’intreccio onirico tra corpi, gondole, dipinti e opere monumentali, rivendicano una volontà che va oltre la materialità dell’immagine.L’esibizione è visitabile fino al 20 Dicembre, per chi non fosse in grado di visitarci entro questa data potrà venire a trovarci nel nostro nuovo spazio da Aprile 2021 in poi.
AKKA Project, Venezia: Rodrigo Mabunda - Enciclope_dia
Installation view: Rodrigo Mabunda – Enciclope_dia | AKKA Project, Venezia
 
Che cosa puoi dirci invece a proposito della residenza attuale di Nwaneri Kelechi?
Lidija Khachatourian: Come dicevo la residenza è dedicata ad artisti autodidatti, per dare loro l’opportunità di venire in contatto, e da vicino, con le opere dei grandi maestri della pittura e cercare di capirne le tecniche, di interagire con artisti già presenti a Venezia, di acquisire tecniche nuove e riuscire a migliorare il proprio lavoro.Kelechi è un artista molto talentuoso, con una spiccata immaginazione, che abbiamo avuto modo di vedere durante la sua permanenza in casa nostra a Venezia.
Gli incontri di Kelechi con artisti del calibro di Tintoretto, Tiziano, Tiepolo… sono stati momenti emozionanti, pieni di gioia, e speriamo che diano all’artista ancora più motivazione per continuare il suo percorso artistico.Siamo davvero curiosi di vedere se e come la città lagunare influenzerà le sue opere future e la sua tecnica pittorica.
Kelechi Nwaneri | work in progress, AKKA Project Venezia 2020
 
Sempre a proposito di integrazione, vorrei soffermarmi sul Padiglione del Mozambico che hai curato nel 2019, portando Gonçalo Mabunda, Mauro Pinto e Filipe Branquinho alla 58 Biennale Arte di Venezia.
Quale riscontro avete avuto dal pubblico?
Lidija Khachatourian: Penso che il dialogo che si era creato tra i 3 artisti sia riuscito a catturare l’attenzione del pubblico dando spazio a confronti con la storia tumultuosa di un paese come il Mozambico.
Con l’aiuto dei mediatori culturali presenti in Padiglione, siamo riusciti a comunicare con i visitatori e a parlargli del punto di vista degli artisti e dei loro vissuti.Sono sicura che le opere esposte sono riuscite ad instillare curiosità e pensiero critico a chi ne è entrato in contatto, direttamente in Padiglione o tramite i media.Per noi non è solo importante veicolare il messaggio che le opere scelte vogliono dire, ma anche promuovere sempre più l’arte contemporanea presente sul continente, che spesso resta celata dietro l’idea di arte africana come l’arte più tradizionale di legno ed elementi naturali.
Installation view: Gli artisti, il team e la curatrice Lidija Khachatourian | Padiglione Nazionale del Mozambico 2019, La Biennale di Venezia
 
Quali saranno i prossimi progetti tra Dubai e Venezia, Covid permettendo?
Lidija Khachatourian: Nonostante l’anno particolare che stiamo vivendo, abbiamo un’agenda ricca di progetti.Nel breve termine stiamo per inaugurare a Dubai (in collaborazione con The Foundry in Downtown Dubai) una personale di Goncalo Mabunda.
Poi da fine Dicembre è prevista la mostra personale di Jimmy Kitheka, che si svolgerà online.Per il 2021 stiamo definendo artisti e argomenti per Art Dubai (Dubai, Marzo 2021) e parallelamente a Venezia traslocheremo in un nuovo spazio (Aprile 2021), più ampio e a ridosso del Canal Grande (ex Padiglione Lussemburgo per La Biennale) che ci permetterà di mettere a frutto tutte le idee che ci vengono in mente.Parlando del medio-lungo termine, siamo già attivi per concretizzare l’idea che da un po’ di tempo stiamo elaborando, ovvero portare a Venezia, in occasione della Biennale Arte 2022, il Padiglione Panafricano.
È un progetto ambizioso, che richiede tempo e collaborazioni, ma siamo fiduciosi e determinati nel voler rappresentare il Continente Africano in Laguna durante un evento internazionale come La Biennale di Venezia.