Mozambico: Tre Artisti alla Biennale

Paola Rolletta, Faro di Roma, 17 July 2019
Il Mozambico partecipa alla 58 edizione della Biennale di Venezia con la mostra “The Past, the Present and the In Between”.
È la seconda volta che il paese africano participa alla mostra dell’arte nella città lagunare: la prima volta è stato nel 2015.
Fino al 24 novembre, a Palazzo Mora, sono esposte le opere di Gonçalo Mabunda, Mauro Pinto e Filipe Branquinho.
Cresce ogni giorno di più l’interesse per l’arte contemporanea dei paesi del continente africano: i vari padiglioni nazionali a Venezia sono una specie di consacrazione.  Finalmente l’Africa non è più vista una “identità unica”, una “single story”, ma esposta nella sua complessità e diversità.
E oltre al passato, il presente e il mentre, c’è una forte idea, e volontà, di futuro. Gli artisti dei vari paesi africani sono nel mondo contemporaneo, traducono, su  un altro piano, anche quello che sostiene il pensatore camerunense Achille Mbembe, vale a dire la necessità per l’Africa di entrare nella “conversazione globale” – a partire da una ridefinizione di premesse e concetti capaci di pensare e articolare il “futuro” del continente – e sottolineano come questo “ritorno al futuro” sia diventato strategico per la riformulazione del “presente”.
Anche in Mozambico una nuova generazione di artisti ha cominciato a manifestare questo “desiderio di futuro” attraverso la costruzione di linguaggi estetici la cui aspirazione è la rottura con le convenzioni prestabilite, esplorano, senza complessi e in modo creativo, un immaginario che – nonostante cerchi di mantenere un legame con le sue radici etniche, culturali e storiche più profonde –traduce, allo stesso tempo, la sua appartenenza al “mondo globale” contemporaneo.
E i tre artisti mozambicani, lo scultore Gonçalo Mabunda, il fotografo Mauro Pinto, e il fotografo-pittore-illustratore Filipe Branquinho sono una dimostrazione, felice, di questo nuovo approccio, anche se il titolo della mostra è “Il Passato, Il Presente, Il Mentre”.
Gonçalo Mabunda, Mauro Pinto e Filipe Branquinho dialogano tra loro con le loro opere, sul passato, sulla storia del Mozambico, sulla guerra civile. A volte, sembra quasi un dialogo sorridente, specialmente quando si parla di presente e di “mentre”, quando insomma “guardano e parlano” degli avvenimenti del Mozambico contemporeaneo, ma in realtà non scherzano mai perché le cose su cui dialogano sono serie, parlano di corruzione,  di ingiustizia sociale; e proprio come  dice il vecchio proverbio “Un mozambicano sorride ma non scherza”.
La curatela della mostra è di Lidija Kostic Khachatourian, il commissario è Silva Armando Dunduro, Ministro della Cultura e Turismo del Mozambico, insieme a Domingos do Rosário Arthur, Segretario. La produzione è a cura del progetto Akka.
L’ingresso è libero.